25 aprile 1483
firma del contratto con la Confraternita dell'Immacolata Concezione
8 dicembre 1483
Consegna prevista
1483/85
Versione del Louvre
1494/97
Versione di Cheramy (collezione privata)
1486/90-1506/8
Versione del National Gallery
Il 25 Aprile 1483 Leonardo e due pittori milanesi, i fratelli Ambrogio ed Evangelista de' Predis, perfezionarono un contratto con la Confraternita dell'Immacolata Concezione di Milano per l'esecuzione di un dipinto che completasse l'ancona (un altare di legno scolpito che propone dei vasi per l'inserimento dei dipinti) dell'altare del sodalizio della cappella della Confraternita in San Francesco Grande a Milano, da consegnare entro l'8 dicembre 1483 per la festa dell'Immacolata Concezione.
Un minuzioso documento indica quali sono i personaggi e quale la cornice da dipingere: Dio nella parte superiore, la Vergine e il Bambin Gesù al centro, montagne e rocce in basso, due tele con angeli musicanti ai lati. Ma nessuna clausola del contratto viene rispettata da Leonardo: né la scadenza, né il soggetto. Il quadro suscita grande impressione, ma i monaci, considerandolo incompiuto e non rispondente ai requisiti richiesti, si rifiutano di pagare l'artista. La questione sfocia in un processo che dura un quarto di secolo prima di chiudersi con la vittoria del pittore.
La rappresentazione esprime il dogma del concepimento di Maria senza il peccato. È l’inizio di una lunga e tormentata vicenda fatta di vertenze giudiziarie, stime contestate e appelli al duca di Milano, Ludovico Sforza, che si concluderà con la consegna da parte dell’unico De Predis rimasto in vita, Ambrogio, di due angeli musicanti (uno con un violino e un altro con un liuto), mentre Leonardo - dopo aver dipinto una prima versione, quella del Louvre a Parigi - assolverà l’impegno preso con la Confraternita consegnando una seconda versione dello scomparto centrale raffigurante la Vergine delle rocce, quella della National Gallery di Londra.
I veri motivi per cui ve ne siano tre versioni non li conosce nessuno, anche se la Vergine delle Rocce è l'opera di Leonardo più documentata in assoluto. Alla luce degli indizi rimasti si è propensi a credere che i motivi siano in primo luogo di ordine religioso ed il secondo luogo finanziario. Nacque una disputa tra i pittori e la Confraternita forse derivante dal fatto che i religiosi si aspettavano una vergine sul trono, col bambino e due profeti, mentre l'opera propone evidentemente ben altra cosa; inoltre ben pochi malumori avrà suscitato la centralità di S. Giovannino (protettore di Firenze), il dito dell'angelo che lo indica a discapito della centralità del bambino.
Quello finanziario deriva dalla richiesta dei pittori di un conguaglio o della restituzione dell'opera ("dicta Nostra Dona facta ad olio"). La prima versione, 1483/85 (quella di Parigi per capirci) probabilmente, quindi, fu venduta ad altro acquirente, forse Ludovico Sforza. - Secondo Jack Wassermann (professore alla Temple University di Philadelphia ed esperto di studi leonardeschi) la motivazione all'acquisto che suffraga questa ipotesi va cercata nei magici poteri che vennero attribuiti a quest'opera che venne invocata in aiuto e protezione contro la peste del 1485. Sforza avrebbe quindi acquistato l'opera anche per i suoi presunti poteri magici. Il re di Francia, Luigi XII, gli avrebbe quindi confiscato la preziosa tela quando sconfisse Ludovico Sforza nel 1499 portandosela con sé, in Francia, dove esiste memoria che Cassiano del Pozzo la vide nel 1625 a Fontainbleau. -
La seconda versione 1486/90-1506/8 (quella di Londra per capirci) iniziata probabilmente alla vendita della prima, subì un arresto dei lavori di ben sedici anni, dal 1490 al 1516, anno in cui agli artisti (nel frattempo uno dei fratelli, Evangelista, era morto nel 1490 circa) venne concesso un accordo dalla Confraternita che prevedeva un conguaglio di 200 Lire, invece delle 400 da loro richieste, a fronte della consegna dell'opera entro due anni. Il versamento venne fatto nel 1508 anno della presunta consegna della seconda Vergine delle Rocce (Londra) modificata.
E la terza direte voi? Della terza versione della Vergine delle Rocce, un olio su tavola di cm 150 x 122, si sa ben poco. Gli studi più recenti collocano l'opera negli anni del Cenacolo, tra il 1494 e il 1497 e ne attribuiscono definitivamente la paternità a Leonardo e alla sua bottega (in ordine cronologico, quindi, sarebbe la seconda versione che precede quella che si trova a Londra). Si può essere indotti a pensare che i problemi e le ristrettezza finanziarie di Leonardo e dei suoi colleghi, unita alla richiesta di qualche altro ricco magnate dell'epoca, lo abbia indotto a produrne un'altra versione da rivendere a un privato. Attualmente appartiene a una collezione privata in Svizzera, è assicurato per 50 milioni di dollari ed è l'opera esposta nella mostra "Il 500 lombardo - da Leonardo a Caravaggio" nel Palazzo Reale a Milano dal 4 Ottobre del 2000 al 25 Febbraio 2001.
Fonti
http://freeweb.supereva.com/flobert/vinci_005_3_versioni.htm
www.sapere.it
Luigi Pentasuglia
1494/97, Cheramy (collezione privata)
1486/90 - 1506/08, National Gallery
Ma perché Leonardo da Vinci lavora tanto più del previsto su questo quadro? E perché non rispetta gli obblighi assunti dal contratto variando in maniere così eclatante il soggetto? E perché l'anatomia dei personaggi è così anomala?
Il corpo della Vergine è incredibilmente sproporzionato rispetto alla testa. Le spalle sono inconsistenti. La mano sinistra non sembra quella di una giovane donna e soprattutto il braccio destro è lungo quasi il doppio di ciò che dovrebbe. Il bacino e l'anca sinistra dell'angelo hanno qualcosa d’inquietante.
Non possono essere errori, per Leonardo che è stato uno dei più profondi conoscitori dell'anatomia umana. Che abbia voluto suggerirci altre chiavi di lettura per il suo dipinto?
Già altri hanno notato come nel quadro ricorra simbolicamente il numero sei. Ma per celare il simbolo satanico l’artista non aveva motivo di deformare in maniera così evidente i personaggi.
Si nasconde qualcos’altro nelle pieghe del dipinto? Sia frutto del caso o del premeditato cinismo dissacratorio dell’artista, la versione del Louvre della Vergine delle Rocce nasconde in effetti un segreto sconcertante. Fai clic sull’immagine per scoprirlo. (AL)
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