Si tratta forse di uno dei disegni più rappresentativi del fondo conservato al Gabinetto Comunale delle Stampe: riguarda il progetto definitivo per la Mostra dell’Acqua Vergine a piazza di Trevi eseguito dall’architetto Nicola Salvi, accademico di San Luca, architetto dei Sacri Palazzi Apostolici e dell’Arciconfraternita dell’Orazione e Morte. Il progetto vinse il concorso bandito da Clemente XII nel 1732 ed il Salvi dedicò gran parte della sua attività alla realizzazione della Fontana. L’acquedotto dell’Acqua Vergine, che terminava al Pantheon, venne fatto proseguire fino a piazza di Trevi da Urbano VIII e molti architetti, fra i quali anche Bernini e Pietro da Cortona, si cimentarono nel tentativo di dare una sistemazione alla fontana. Nel 1731 era stato bandito un primo concorso che non aveva avuto alcun vincitore. Per il concorso del ‘32 si ha notizia di altri tre disegni del Salvi, noti dalle descrizioni del Milizia e dello stesso architetto: quello qui riprodotto, che rappresenta già il progetto definitivo, non è un disegno di presentazione, bensì un foglio di lavoro utilizzato probabilmente dal Salvi per definire lo sviluppo degli elementi scultorei del complesso.
La caratteristica che distingue la fontana, una delle più note e significative fra le costruzioni romane della prima metà del XVIII secolo, è il rapporto esistente tra le strutture architettoniche del
palazzo Poli che fa da fondale e la decorazione scultorea, perfettamente interagenti. Le statue, la scogliera e le figure del primo piano discendono dalla più grande tradizione barocca romana . Nelle nicchie di destra e di sinistra si trovano la
Fertilitas e la Salubritas, mentre ad una successiva esecuzione appartiene la statua centrale dell’Oceano su un cocchio tirato da cavalli marini realizzata nel 1762 da Pietro Bracci; sull’attico infine compaiono le raffigurazioni delle quattro stagioni.
Presso il Museo di Roma si conserva anche un grande modello ligneo della fontana di Trevi intagliato e dipinto da Camporese nel 1735, tratto dal disegno del Salvi. |