Fauvisme
Gli inizi del Fauvisme si pongono nel 1899 ca. Il nome si deve alla battuta di Louis
Vauxcelles riguardante un busto in marmo di stile accademico messo al centro
della sala che ospitava movimento al Salon d’automne del 1905 : «Il
candore di questo busto sorprende in mezzo all’orgia di colori puri: Donatello
tra le belve fauves» |
1905: le belve |
La «gabbia di fauves» raccoglieva nella
sala VII le opere di Camoin, Flandrin, Matisse, Marquet,
Rouault, tutti allievi di G. Moreau; in altre sale esponevano
anche Derain, Van Dongen, Vlaminck; d’Espagnat, Friesz, Laprade, Puy e
Valtat |
gli allievi di Moreau |
La vasta eco dello «scandalo» finì per suggellare una unione che probabilmente
non era prevista, tant'è che non venne stilato un vero e proprio programma
comune. In realtà il fauvisme sembra rappresentare solo il breve periodo
delle comuni ricerche di alcuni tra i più importanti artisti europei del primo
novecento. |
non un vero movimento |
Caratteristica comune della pittura fauves sono l'esaltazione del colore puro,
il rifiuto della prospettiva e della costruzione spaziale classica, ma
anche della luce e del naturalismo impressionisti |
colore puro rifiuto della prospettiva, e della luce impressionista |
Nel movimento confluiscono contemporaneamente, in maniera apparentemente
contraddittoria, le esperienze di Gauguin, di Van Gogh e del divisionismo, in
particolare di Signac. |
Van Gogh, Gauguin, Signac |
- Fu infatti la
lezione di Gauguin, quella che Derain, Vlaminck e Matisse
portarono a maturazione; a dire il vero si tratta soprattutto
dell’interpretazione di Gauguin che Sérusier diffondeva
intorno al 1890 negli studi dei pittori, munito del
famoso Talismano, o delle riflessioni teoriche dell’artista,
poiché le armonie sorde e soavi del pittore dei tropici restavano
spesso al di qua delle sue dichiarazioni sul colore
puro. Ma resta in numerose tele fauves, soprattutto di
Matisse e di Derain, un’eco del suo cloisonnisme, della sua
organizzazione del colore a zone piatte o contornato di
arabeschi (Derain: l’Estaque, tre alberi, 1906: Toronto,
coll. priv.), della sua poetica arbitraria del colore e spesso
appare, nei soggetti dei fauves di un omaggio ai suoi temi
edenici (Matisse: la Gioia di vivere, 1905-1906: Merion
Penn., Barnes Found.)
- L’influsso del neo-impressionismo dei mosaici violentemente colorati di
Cross e di Signac
- Matisse e Marquet si erano già provati nel
pointillisme nel 1898
- ma fu soprattutto durante l’estate del 1904, trascorsa a Saint-Tropez accanto a Cross e a Signac,
che Matisse si attenne metodicamente al tocco puntinato e al gioco dei colori
puri complementari
- Derain darà del
neoimpressionismo una versione meno dogmatica e dal colore piú acceso
- Un altro artista, Valtat, stabilitosi
come Cross e Signac nel Sud della Francia, sin dalla
fine del secolo inviava al Salon des indépendants paesaggi
dai tocchi larghi e dai colori violenti, che senza piú essere
divisionisti, e senza essere già fauves non mancarono d’influenzare i giovani
artisti.Il suo ruolo di precursore e di
compagno di strada dei fauves appare oggi sempre piú evident
- Tuttavia, lo spirito stesso delle tele fauves di Derain,
di Vlaminck e soprattutto di Friesz ha fonte principalmente nell’arte di Van
Gogh la cui grande retrospettiva presso Bernheim-Jeune nel 1901 ebbe per molti
l’effetto di una rivelazione
- Uno dei centri ove nacque il f è, curiosamente, l’Ecole des beaux-arts di Parigi, ove un insegnante
molto liberale, Gustave Moreau, seppe incoraggiare
tendenze ben lontane dai preziosismi simbolisti. «Non
dichiarava forse ai suoi allievi che in arte piú i mezzi sono
elementari, piú emerge la sensibilità?»
- Nello stesso periodo due giovanissimi pittori operanti a Chatou, Derain e Vlaminck,
elaborarono un’arte violenta e colorata
- Vlaminck: «Che cos’è il f? Sono io, è la mia maniera di quel periodo, il
mio modo di ribellarmi e insieme di liberarmi » La retrospettiva
di Van Gogh nel 1901 gli ispirò immediatamente
un espressionismo febbrile e partecipe, la cui parte migliore fiorí tra il 1904
e il 1907 - nel 1929: «Esaltavo tutti i colori, trasponevo in
un’orchestrazione di colori puri tutti i sentimenti che potevo percepire»
- Braque adottò il f nel 1906 ad Anversa, ove dipinse accanto
a Othon Friesz; ma le sue tele fauves fondamentali risalgono all’anno seguente
La sua produzione dimostra allora una potenza, un senso organico e analitico delle forme, assai lontani dalle frenesie di Vlaminck,
dagli effetti decorativi di Derain o dalla sensibilità atmosferica
e dall’umorismo di Marquet o di Dufy.
- Cosí, dal
1906-1907, si può parlare piú di pittori fauves che di pittura
fauve: ogni artista si orienta a poco a poco in una direzione diversa rispetto
alla febbre coloristica che li aveva riuniti.
- Nello stesso momento, il movimento assume scala
europea con Die Brücke a Dresda, poi si sviluppa in una
direzione espressionista che, attraverso Vlaminck e Van
Dongen costituiva una delle sue componenti
- infine, con Der Blaue Reiter, sfocia nell’astrattismo (1911)
- Alla nuova e
quotidiana poesia dell’elettricità, della velocità, dell’intensità
e del dinamismo moderni corrispondono nella pittura fauve l’esaltazione del colore puro e la violenza del tocco,
oltre alla rapidità dell’esecuzione; al nuovo universalismo
dell’epoca in cui le civiltà esotiche suscitano un interesse
nuovo, non piú soltanto etnografico o pittoresco, corrisponde
la scoperta dell’arte negra da parte di Derain, Matisse,
Picasso e Vlaminck, e quella dell’arte musulmana da
parte di Matisse
- Questo nuovo stile intorno al 1905, semplificato, sensuale ed esuberante,
non tardò a determinare, spesso in quegli stessi pittori che avevano
partecipato al movimento, una reazione ascetica; che fu sintetica in Matisse, neoclassica in Derain, cubista in Braque. Ma il f
resta corrispondente alla profezia che Gustave Moreau
aveva formulata per il solo Matisse: «Voi semplificherete la pittura»
- , e che si conclude nel 1905 ca
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