Arte Paleocristiana II - VI secolo


Santo Stefano Rotondo

Il primo cristianesimo adeguò l'aspetto esteriore delle sue manifestazioni alle tradizioni preesistenti, usandole spesso come veicolo per la divulgazione della sua dottrina. In una seconda fase, per una serie di fattori, finì con l'innescare un processo di trasformazione profondo, tale da condizionare il futuro dell'arte italiana. 

I greci e i romani trasferivano nell'arte i valori propri delle loro culture, valori legati al rapporto tra l'uomo e la natura, alla perfezione o alla potenza della forma. Per il cristiano il senso della vita sta invece nella spiritualià, nell'anima, quindi nell'intangibile e nell'invisibile.

E' una impostazione che impone una rinuncia alle conquiste dell'arte greca e romana ma che, contemporaneamente, libera l'artista "dall'ossessione" del modello reale, o dell'utilità sociale, aprendogli spazi immensi per l'espressione personale e la creatività pura.

 

Il primo cristianesimo:

le catacombe

  • loculi (i sepolcri)
  • arca (per i sepolcri più importanti)
  • arcosolio (archivolto dell'arca)
  • cubicoli (le galleria su cu si aprivano i loculi)
  • cripte (vasti ambienti all'incrocio di più cubicoli dove si svolgevano a volte riti religiosi e riunioni)
Il trionfo della nuova religione:

Nel IV sec. con l'editto di Milano che riconosce la nuova religione e con quello di Tessalonica (380) che la proclama religione di stato, l'arte cristiana comincia, con la realizzazione di un notevole numero di opere, ad esprimere i propri tratti peculiari. 

Soprattutto Ravenna, caposaldo dell'impero bizantino, scampata sia alle distruzioni barbare che, in seguito,  alle guerre gotiche, diventa un centro di spettacolare fioritura artistica soprattutto sotto Giustiniano (527-568)

 

 
Architettura:

Si elaborarono i due sistemi costruttivi in uso nella tradizione architettonica del tempo: il sistema a pianta centrale e quello a pianta longitudinale o basilicale.

 
 
 

Sistema basilicale

  • navata: divisione dell'ambiente longitudinale principale con l'uso di colonne (due o quattro file) o, meno spesso, pilastri che sorreggono un'architrave o una serie di archi;
  • navata centrale: la pi?ampia e alta delle navate, coperta da un tetto a spioventi sorretto da capriate, lasciate a vista o nascoste da un soffitto piano a lacunari; illuminata da finestre laterali aperte sopra le navate minori;
  • navatelle: le navate minori; col tempo vennero divise in due piani di cui quello superiore, destinato alle donne, si apriva sulla navata centrale con una serie di arcate;
  • matroneo: il piano superiore delle navatelle destinato alle donne;
  • abside: emiciclo sul fondo della navata centrale coperto da una calotta a  quarto di sfera;
  • catino: la calotta di copertura dell'abside;atrio o paradiso: porticato triportico o quadriportico posto a occidente, adiacente all'ingresso della basilica; vi venivano sepolti i benefattori e i protettori della chiesa; al centro vi era la vasca per le abluzioni;
  • puteus: vasca al centro del paradiso;
  • nartece o pronao: il lato del portico adiacente alla basilica; venne conservato spesso anche dopo l'abolizione dell'atrio; 
  • endonartece: ambiente, analogo al nartece, situato internamente all'ingresso della basilica;protiro: riduzione ad una sola arcata del nartece;
  • transetto: braccio trasversale (anch'esso derivato dall'architettura romana)
  • transenne, plutei o cancelli: recinzione ambienti interni della chiesa;
  • presbiterio: luogo, situato nella zona absidale,  intorno all'altare, destinato ai sacerdoti anziani;
  • concistorium: sedile perimetrale del presbiterio;suggestus: sedile centrale del concistorium destinato al vescovo;
  • sacrarium: altare al centro del presbiterio;
  • fenestella confessionis: apertura nell'altare che consentiva la visione delle reliquie conservate;coro: spazio recinto anteriore all'altare riservato al basso clero e ai cantori;
  • amboni: pulpiti marmori per la lettura del Vangelo (posto a destra del celebrante) e dell'Epistola (a sinistra);
  • pergula o iconostasi: colonnine architravate poste sopra le transenne del coro;
  • loculo o confessione: cripta inferiore al presbiterio dove venivano conservate le reliquie.
 

Sistema centrale

Di derivazione ellenistico-orientale, il sistema centrale viene usato soprattutto per battisteri e mausolei in occidente mentre i bizantini la usarono per imponenti costruzioni.

Roma

 

San Pietro

5 navate con transetto e ampio atrio; completamente distrutta e ricostruita nel '500
 

San Paolo fuori le Mura

5 navate con transetto; ricostruita nel IV secolo e dopo l'incendio del 1823 
 

San Giovanni in Laterano

 

 

 
 

San Lorenzo fuori le Mura

 
 

Santa Maria Maggiore 

Detta anche Basilica Liberiana perchè sembra, fondata sotto il pontificato di Liberio (352-366). Fu ricostruita nella parte absidale nel XII secolo e trasformata completamente all'esterno nel XVIII secolo. Interno diviso in tre navate da colonnati architravati e da un transetto aggiunto nel XII secolo (insieme alle arcate in corrispondenza della navata); soffitto a capriata (oggi a lacunari); il numero di finestre oggi è ridotto rispetto alla costruzione primitiva.
 

Santa Sabina

A tre navate divise da arcate su colonnati corinzi. Le colonne provengono da un edificio pagano distrutto. Grande abside posteriore
  Mausoleo di Santa Costanza A pianta circolare con copertura a cupola e galleria anulare con volta a botte, l'ambulacro è creato da una serie anulare di colonne accoppiate l'ungo l'asse radiale.
  Barristero Lateranense Eretto da Costantino davanti a San Giovanni in Laterano; a pianta ottagonale. L'unica parte originale rimasta ?quella perimetrale e l'atrio, ora chiuso a formare una cappella.

Ravenna V VI sec.

 

Elementi specifici dell'architettura a Ravenna:

  • Un elemento specifico che contraddistingue l'architettura paleocristiana a Ravenna è l'uso del "pulvino". Si tratta di una derivazione  ellenistico-biziantina , quasi un frammento di trabeazione di forma tronco conica posta tra il capitello e l'imposta dell'arco.

  • Abside poligonale (all'esterno) illuminata da grandi finestre e affiancata da due piccoli ambienti laterali (prolungamento delle navatelle), il diaconicon e la protaris.

  • decorazione esterna a lesene, archetti pensili (appoggio strutturale alla travatura del tetto) e arcate cieche

 
Sant'Apollinare nuovo Fatta costruire per il culto ariano da Teodorico agli inizi del VI secolo, fu consacrata al cattolicesimo al tempo dell'Arcivescovo Agnello (metà VI secolo). L'interno della basilica è a tre navate divise da ventiquattro colonne marmoree. Il portico attuale è cinquecentesco. il campanile cilindrico sulla destra è del IX secolo. 

"Gli stupendi mosaici che ornano le pareti della navata mediana risalgono a due periodi; la fascia superiore fu eseguita al tempo di Teodorico, tra il 493 e il 526, quella inferiore risale al tempo di Giustiniano (527-565). Le differenze stilistiche sono evidenti: i mosaici "teodoriciani" mirano ad una caratterizzazione realistica e psicologica mentre i "giustinianei", ovvero bizantini, tendono ad una astrazione simbolica fusa nel ritmo cromatico." (Comune di Ravenna web site)





Sant'Apollinare in Classe (549) Eretta nell'antica cittàportuale di Classe appare ora isolata nella periferia ravennate. Del grande quadriportico è rimasto solo il lato adiacente alla facciata a formare l'ardica (esonartece) Il campanile cilindrico con finestre monofore, bifore e trifore è probabilmente del IX o X secolo.

L'interno della chiesa è a tre navate, divise da 24 colonne di marmo greco secondo un preciso intento proporzionale. Considerando la larghezza della navata laterale come modulo m, vediamo che la navata centrale è larga 2 m e lunga 8 m (abside compresa) e si conclude con un'ampia abside della stessa larghezza. Ne deriva un senso di pacata solennità.

Lungo le navate laterali sono disposti dieci sarcofagi marmorei. I mosaici del presbiterio e dell'abside sono gli ultimi eseguiti a Ravenna da artisti bizantini (VII o IX secolo). Nel catino absidale è rappresentato Apollinare, primo vescovo ravennate e assertore della tesi ortodossa della consustanzialità di umano e divino nella figura di Cristo. Il santo è posto al centro sullo sfondo di un brillantissimo verde e oro; sei pecore a destra e sei a sinistra simboleggiano gli apostoli; in alto l'episodio della trasfigurazione è rappresentato sempre mediante simboli: per volontà di Dio identificato nella dextera Dei Cristo mostra la sua natura divina mostrato come croce gemmata inserita in un cerchio; tra nuvole simmetriche assistono Mosè ed Elia; in basso tre pecore rappresentano Pietro Giovanni e Giacomo, che avevano seguito Cristo sul monte Tabor. (Al)

http://proxy.racine.ra.it/racine/ravtur/classe.htm
 

Mausoleo di Galla Placidia (V sec.) Oratorio dei santi Celso e Nazaro. A sistema centrale, con uno dei bracci allungato a formare una pianta a croce latina con copertura a cupola nella parte centrale inglobata da un tiburio quadrangolare coperto, come i bracci, da un tetto a spioventi. L'esterno è quindi estremamente sobrio ma alcune soluzioni di derivazione classica, come le arcate cieche e i timpani con cornici dentellate, gli donano una certa solennità.

All'interno i volumi squadrati scompaiono a favore della linea curva delle volte e della cupola, realizzata a cerchi concentrici di anfore vuote. Vi sono forse i più antichi mosaici ravennati in cui domina il colore azzurro dello sfondo delle figure, isolate e rese con sufficiente plasticità.


Battistero degli Ortodossi (O Battistero di  San Giovanni in Fonte o Neoniano) Così detto per distinguerlo da quello degli Ariani. A pianta ottagonale con quattro absidi, oggi parzialmente interrate, in senso radiale e tetto piramidale a coprire la cupola, costruita con anfore in terracotta fissate l'una all'altra con malta. Grazie a questa tecnica la cupola risulta leggerissima e non è stato necessario rinforzare la struttura muraria a sostegno. 

L'interno è estremamente luminoso, le pareti sono decorate con mosaici e ornate con un doppio ordine di arcate con pulvino. Quelle superiori sono divise a loro volta in tre archi minori, di cui il centrale, più grande, inquadra una finestra.

Elaborati mosaici decorano gli interni e la vasta cupola.




San Vitale Fondata dal vescovo Ecclesio (522-532). Ha un corpo ottagonale su cui si alza il tiburio - con finestre su ogni lato, che ingloba la cupola. Del nartece, tangente uno spigolo dell'ottagono, rimane oggi solo la struttura. I contrafforti presenti sono stati costruiti intorno all'anno 1000

All'interno otto possenti pilastri con arcate sostengono l'ampia  e luminosa cupola. Una delle arcate dà accesso al presbiterio mentre le altre formano delle esedre delimitate da colonne su due ordini. Il superiore corrisponde al matroneo a cui si accede da due torri cilindriche affianco all'abside poligonale.

Mausoleo di Teodorico Massiccia costruzione in blocchi di pietra a pianta decagonale realizzato in blocchi di pietra (e non in laterizi come le altre costruzioni). Il corpo centrale cilindrico si innalza ricoperto da una cupola monolitica che ricorda le costruzioni siriane. I decori incisi nella pietra rimandano invece a tradizioni barbariche.

Arte Medievale VI-X sec


Santo Pietro a Tuscania

 

Le informazioni giunte a noi sull'arte del periodo tra il VII e il X secolo sono frammentarie e risentono del difficile clima politico. Sono informazioni che non ci consentono di tracciare una linea chiara della, sicuramente modesta, attività artistica di quegli anni. Mancano grandi personalità di riferimento e le opere realizzate sono il risultato del lavoro di maestranze anonime ma non prive, come nell'area lombarda, di vitalità creativa. Alcune soluzioni innovative, adottate negli edifici lombardi,come l'adozione di pilastri al posto delle colonne e le volte invece che le capriate, faranno da base per il rinnovamento dell'arte degli anni successivi. 

Lo sviluppo dell'Islamismo con il relativo dominio politico di tutto il mediterraneo fino alla Spagna, alla Sicilia e ad alcune zone dell'Italia Meridionale del popolo arabo influenzò certamente l'attività artistica di quei luoghi. Il divieto della rappresentazione della figura umana obbligò l'artista a sperimentare esclusivamente soluzioni astrattistico-decorative. Anche l'arte bizantina, con l'imperatore Leone III l'Isaurico,  abbandonò per tutto il periodo, detto appunto iconoclasta (726-843),  la rappresentazione delle divinità in figura umana. 

Con la progressiva affermazione dell'impero di Carlo Magno che volle Aquisgrana come capitale, nato per contrastare, con un nuovo grande Stato europeo, l'egemonia di quello Ottomano, anche l'arte, liberata dai dogmi bizantini, segnò una svolta. La definitiva restaurazione di un Impero Romano Cristiano d'Occidente portò ad un ritorno artistico e culturale ai temi e ai valori della "Età classica".

 
  Chiesa di San Pietro a Tuscania uso di pilastri insieme a colonne e di archetti pensili
  Sant'Ambrogio a Milano  

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