L'arte gotica non avrà mai in Italia lo sviluppo e la
considerazione che ebbe invece nei paesi europei. Il motivo sta nel
diverso atteggiamento dell'artista italiano, che vuole comunicare,
attraverso l'opera, un messaggio preciso, sia esso ideale o puramente
estetico, e che non vede nel linguaggio gotico un proposito chiaro e
definito ma un vano, superficiale fermento. L'apporto del nuovo linguaggio
risulta solo dell'adozione di alcune soluzioni tecniche come l'arco a sesto
acuto, che serviranno comunque da slancio verso il rinnovamento artistico
che darà origine, a breve, al Rinascimento italiano.
Nel Gotico italiano lo slancio perso l'alto viene
frenato da uno contemporaneo sviluppo orizzontale delle facciate, spesso
realizzate (come in alcuni casi nel periodo romanico) con fasce di marmi
policromi che espandono otticamente le superfici. Guglie e pennacchi e
archi rampanti non vengono quasi mai utilizzati e la struttura muraria
conserva la sua funzione portante. L'esterno ha un carattere di solidità
e sobrietà tipiche dell'architettura romanica. Gli interni riacquistano
l'unità spaziale delle costruzioni paleocristiane.
Firenze, Comune repubblicano, diventa con
Giotto
il centro della cultura fondata sulla storia; l'artista più rappresentativo
viene eletto direttore dei lavori del Duomo. Milano, che col visconte
Giangaleazzo arriva a dominare gran parte dell'Italia settentrionale, è il
centro di una cultura internazionale che sostiene il carattere di pura
estetiticità dell'arte; all'interno del Duomo lavorano, fianco a fianco,
ingegneri di tutta Europa.
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