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Giuliano Vangi (1931 - 0)
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Giuliano Vangi è nato il 13 marzo 1931 a Barberino di Mugello (Firenze). Studia all'Istituto d'Arte di Firenze, allievo di Bruno Innocenti, e successivamente all'Accademia di Belle Arti. Tra il 1950 e il 1959, anno in cui si trasferisce in Brasile, insegna disegno all'Istituto d'Arte di Pesaro. Nel 1962 ritorna in Italia e si stabilisce a Varese; insegna per alcuni anni all'Istituto d'Arte di Cantù. Dal 1978 risiede a Pesaro.
Fa parte dell'Accademia del disegno di Firenze, dell'Accademia di San Luca e dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon di Roma. Ha esposto a San Paolo, Monaco, San Pietroburgo, Vienna, Stoccarda, Amburgo, Francoforte, Londra, New York, Tokyo.
In Italia sono state allestite sue personali a Milano, Firenze, Bologna, Parma, Trieste, Grosseto, Roma, Carrara, Lucca, Ancona, Bergamo, Brescia. Memorabili la mostra di Napoli del 1991, a Castello Sant'Elmo, e la grande antologica del 1995 a Firenze, nel Forte del Belvedere.
E' stato presente ripetutamente alle più prestigiose rassegne d'arte, dalla Biennale di Venezia a Documenta di Kassel, dal Fiac di Parigi ad Art di Basilea, dalla Biennale di San Paolo alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di scultura di Carrara. Ha inoltre partecipato a numerose collettive sia in Italia, sia all'estero.
La sua vasta opera è incentrata sul primato della figura umana, interpretata in cadenze assai personali. Ha iniziato la sua carriera con l'astrattismo, lavorando con cristallo e metalli, per muoversi poi verso il figurativismo al suo ritorno in Italia dal Brasile.
Insignito nel 1983 del Premio del Presidente della Repubblica dell'Accademia di San Luca, ha realizzato monumenti collocati in prestigiosi contesti monumentali, come la statua di S. Giovanni Battista sul fianco della Basilica di S. Croce, a Firenze.
Il 27 aprile 2002, nell'ambito della manifestazione "Italia in Giappone 2001", è stato inaugurato a Mishima un museo a lui dedicato, che si sviluppa su una superficie di 30.000 m² (2.000 coperti, il resto a parco), che contengono 60 sculture e altre 40 opere. Nell'area verde sono state sistemate tre monumentali opere: "La scala del cielo", "Stratificazione" e "L'uomo nel canneto". Progettato dall'architetto Munemoto, è costato circa 50 milioni di euro. E' la prima volta che un intero museo giapponese viene dedicato a un artista straniero vivente.
Ma il "Museo Vangi" era nell'aria, perché il primo contatto dell'artista con il Giappone risale a parecchi anni fa. Vangi è stato esposto per la prima volta in Giappone nel 1972, in occasione di una collettiva ad Hakone (dove si è tenuta anche una personale nel 2001). Un'altra mostra dedicata a Vangi è del 1988, alla Gallerie Universe di Tokyo. Un fatto curioso unisce tutti questi avvenimenti(1). Vangi viene contattato dal Giappone, perché Okano Kinosuke, un grande banchiere, vuol farsi fare un busto da lui, da affiancare a quelli in bronzo di suo padre e di suo nonno. Egli, in un primo momento, rifiuta, ma il cliente non molla e gli invia alcune foto che, fortunatamente, colpiscono la fantasia dello scultore. Alla fine la scultura si fa e il cliente compra anche tre o quattro grandi opere in pietra e le spedisce in Giappone, senza neanche chiedere il prezzo. Poco dopo quell'episodio, viene realizzato a Tokyo un "Parco Vangi", che raccoglie molti pezzi dell'artista. Il magnate era il padre di colui che ha fatto costruire il museo.
Nel 2002 Vangi è stato insignito del Praemium Imperiale giapponese. Attualmente sta lavorando su un progetto per la chiesa di Padre Pio, in collaborazione con Renzo Piano (Praemium Imperiale 1995), Robert Rauschenberg (Praemium Imperiale 1998) e Arnaldo Pomodoro (Praemium Imperiale 1990).
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