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Masaccio, la Trinità
1426, Santa Maria Novella - Firenze
Rinascimento
1426 c. Affresco, 317x667 cm. Pare che lo spazio architettonico sia stato dipinto da Brunelleschi. Il fatto non cambia il senso dell'opera. Masaccio ha voluto inquadrare la composizione perfettamente triangolare in un contesto spaziale fortemente definito, profondo e storico. (immagine: http://sunsite.dk/cgfa/masaccio/) (AM) - si tratta probabilmente dell'ultima importante opera di Masaccio. Il dogma viene rappresentato in una perfetta integrazione tra spazio e figura. Lo spazio è dato dalla perfezione razionale dei volumi. La figura è restituita nel suo realismo storico. Il punto di vista viene posizionato all'altezza del piano su cui vengono dipinti i due committenti che però appaiono frontali, mentre Maria e Giovanni sono visti di scorcio, dal basso. FIglio e Padre sono di nuovo frontali, non sottostanno alle leggi prospettiche e sono così messi in forte evidenza senza ricorrere alla differenza proporzionale tra le figure divine e quelle umane (una novità nella storia dell'arte sacra). I committenti sono in atteggiamento umile ma dignitoso, "uomini ai quali il divino si manifesta attraverso la ragione" simboleggiando l'intera umanità nel suo rapporto con Dio. Salendo di livello Giovanni è assorto nella contemplazione di Dio mentre Maria di rivolge all'osservatore e lo invita a fare altrettanto. In alto Gesù reclina il capo al momento della morte mentre Dio guarda fisso davanti a sé. Lo spirito sotto forma di colomba sembra unire il Padre e il Figlio |
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