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Masaccio, Il Tributo - affreschi della cappella Brancacci
1426, Chiesa del Carmine - Firenze
Rinascimento
1426 - 1427 Ciò che distingue Masaccio è il senso di responsabilità, il senso etico della sua opera. Non esprime giudizi, non fa distinzioni tra bene e male, ma rappresenta semplicemente la realtà. Dal punto di vista della narrazione vi sono tre momenti: alla richiesta del gabelliere (1) Cristo ordina a Pietro di prendere la moneta dalla bocca del pesce, Pietro esegue (2) e paga il tributo al gabelliere (3). Gli eventi vengono rappresentati simultaneamente, era un metodo usato anche nel periodo romanico e gotico, ma qui non vi è cronologia nel racconto. La fase 1 è centrale, la 2 a sinistra, la 3 a destra. E il miracolo, la moneta nella bocca del pesce, nell'opera risulta quasi marginale. Il fatto è che Masaccio pone l'attenzione, non al miracolo, ma al gesto, che rappresenta la volontà di Cristo. Intorno a quel gesto costruisce il resto dell'opera: Pietro lo ripete rapito ed indica se stesso nell'atto di compiere l'azione, che immediatamente si attua. Dietro al folto gruppo di figure un paesaggio spoglio di monti nudi e alberi secchi. La scena vera e propria della consegna si svolge invece, sulla destra, sul piano più esterno, inquadrata da una architettura urbana perfettamente definita. Il significato è chiaro: solo Pietro, capo della Chiesa dovrà occuparsi del rapporto col potere terreno. (immagine: http://www.christusrex.org/www2/art/tributo.htm) |
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