Donatello, altare maggiore della Basilica di Sant'Antonio
1444, Basilica del Santo - Padova
 Rinascimento 

1444 - 1449

Fu rimaneggiato nei secoli seguenti per cui l'assetto originario è sicuramente variato. La Madonna è seduta su di uno strano seggio sorretto da sfingi e sembra quasi porgere il Bambino avvolto in un drappo come in un bozzolo; in realtà non si vede interruzione col manto della Madonna, così che il Bambino sembra scaturire fuori dal suo corpo. In testa ha una corona di cherubini (simbolo che allude alla passione). Il modellato è fluido, in alcuni punti appena accennato. L'insieme è misterioso, per l'accostamento di elementi di derivazione pagana, per le pose, le espressioni. Il Crocefisso rappresenta un uomo ancora in agonia, con la tensione e la forza che trapelano dalla muscolatura in trazione, ma con l'espressione cosciente, eroica. Il tema era la continuità-avversità tra paganesimo e cristianesimo (Argan) ed era il tema del momento. Ma è anche il tema della storia più subita che vissuta. La storia dalla parte dei perdenti. Nella Deposizione (in pietra di Nanto, 1448) Donatello raggiunge il momento più tragico. Non è tanto la figura contorta del Cristo, o i gesti disperati, sconvolti delle figure, o l'urlo della Maddalena con le braccia levate. Il dato più drammatico è l'assenza di spazio vivibile, le figure sono compresse, manca l'aria.

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