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David Dalla Venezia, 209 (?)
1998
Contemporaneo
1998 olio su tavola intelata cm 40x15 “Vorrei il silenzio per i miei quadri...”. Un grande silenzio nel buio che tutto assorbe, e che sembra lasciare fragile vita a queste figure. Toglie i suoni quel nero, toglie il brusio che ci contraddistingue come esseri umani, assorbe i colori, il rosso vitale dei libri, il giallo denso della luce; due deboli candele sembrano per un momento rianimarlo, ma solo vuoto intorno, solo assenza di volume in quella natura morta; il nero circonda il bianco dei corpi e ne rende la pelle fredda e dura. Eppure le opere di questo pittore sembrano voler emettere suoni, rumori, richiami sottili e prolungati. Basterebbe osservare le bocche aperte, i gesti e i movimenti, il cadere dei libri. Il nero, però, che è assoluto silenzio e vuoto, regna sovrano. “Ciò che io dipingo è una chiara manifestazione della carenza di teoria tipica dell’arte contemporanea, anzi della civiltà contemporanea. Ciò che dipingo è la carenza stessa...”. |
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