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Francesco Borromini, San Carlo alle Quattro fontane
1638, Via del Quirinale 23 - Roma
Barocco Seicento
1638 - 1667 (La sua prima opera è il chiostro della chiesa (1634) dove è già evidente la sua propensione a contrarre, anziché dilatare, lo spazio. All'interno usa una soluzione palladiana, un ordine unico di colonne, enormi, visto lo spazio ellittico sviluppato in larghezza (soluzione che attuerà Bernini in Sant'Andrea). La struttura sembra così protendere verso l'alto dove gli archi sembrano quasi deformare la cupola ovale con la loro spinta. La facciata è l'ultima opera del Borromini ed è contemporanea al colonnato di San Pietro. E' concepita come un oggetto, è discontinua, antimonumentale. Si stacca dal corpo della chiesa, all'opposto di quello che Bernini avrebbe fatto - poco più avanti - in Sant'Andrea. Tutto l'insieme plastico fatto di curve che sporgono o si incavano sembra avere l'unica funzione di portare in alto l'enorme medaglione con l'immagine che conclude in maniera assolutamente originale l'architettura. Il rapporto di questa con lo spazio urbanistico sembra risolversi nell'"esistere" come atto della straordinaria capacità creativa dell'uomo. |
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