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MAC
1948 |
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(EE) - Si suole far coincidere la nascita del MAC con la realizzazione e quindi con l’esposizione, di una cartella di dodici stampe a mano, edite dalla Libreria Salto, di Milano, ed ivi esposte dal 22 dicembre 1948. Le dodici stampe di questa prima cartella – cui seguirono altre – erano opera di altrettanti artisti (Dorazio, Dorfles, Fontana, Garau, Guerrini, Mazzon, Monnet, Munari, Perilli, Soldati, Sottsass, Veronesi). In realtà, promotori della manifestazione e del Movimento furono i pittori Gillo Dorfles (anche teorico e critico d’arte), Gianni Monnet (anche architetto e grafico), Bruno Munari (già interessato ad altri media espressivi), Atanasio Soldati: tutti da tempo pervenuti all’astrattismo per vie e in momenti diversi, e differenziati nei rispettivi linguaggi. Li univa – e fu questo il nucleo del MAC – un rifiuto/chiusura verso le varie formalizzazioni dell’arte «figurativa» del dopoguerra, fossero quelle inclinate espressionisticamente (a Milano, dalla radice di «Corrente»), o quelle, allora largamente divulgate, del post-cubismo picassiano, o infine quelle confluenti nel cosiddetto «realismo socialista» di più stretta intenzione poetica. Degli autori della prima cartella di stampe, del 1948, i romani Dorazio, Guerrini e Perilli non aderirono mai ufficialmente al MAC, cosi come Lucio Fontana, pur sempre accolto con interesse anche in successive attività e manifestazioni del movimento. Il MAC si pose come legittimo erede e continuatore della grande tradizione dell’astrattismo europeo – da Kandinsky, Klee e Mondrian, da De Stijl e van Doesburg al Bauhaus, al «concretismo» svizzero di Arp e Max Bill – e delle sue filiazioni italiane degli anni Trenta. Lo stesso termine di Arte Concreta era mutuato da questa tradizione: stando a indicare che la vera arte astratta non procede per semplificazioni, geometrizzazioni e astrazioni a partire dai dati naturali, ma si costituisce «astratta» sulla base delle potenzialità linguistiche delle forme pure e dei colori e creando «oggetti» – quadri, sculture, architetture, ecc. – del tutto autosufficienti ed autonomi, «concreti» appunto perché privi di qualsiasi referente naturalistico. Per collocare storicamente l’origine del MAC nell’ambito della situazione artistica italiana del dopoguerra, è utile ricordare alcuni eventi più o meno contemporanei: nel 1946 a Venezia la Nuova secessione artistica italiana ed il Manifesto del Realismo – Oltre Guernica, Milano; 1946-47, il Fronte nuovo delle Arti, dissoltosi nel ’48; nel 1947 Forma i a Roma e manifesto del Gruppo spaziale Italiano; 1952, affermazione delle posizioni «astratto-concrete «del gruppo degli Otto pittori italiani. Il MAC si strutturò solo in seguito, nel ’52, in forme organizzate precise, con organismi direttivi e con adesioni formali. Si mantenne sempre coerente con i propri principi ed ebbe contato con diversi nuclei di ricerche più o meno affini in tutta Italia, ferma restando la discriminante verso ogni posizione figurativo-realistica. La sua attività si estrinsecò in pubblicazioni varie, in mostre ed altre iniziative. La vicenda del MAC è di solito scandita dagli storici dell’arte in due fasi: la prima, dalle origini alla morte di Soladati (1953); la seconda, dal 1953 fino alla dissoluzione del movimento nel 1958. Esiste, presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, un «Archivio Storico del mac». [Einaudi] |
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