Cinquecento  1500 - 1599
Nel cinquecento la situazione politica è soggetta a grandi mutamenti soprattutto riguardo al ruolo svolto dal potere ecclesiastico. La riforma luterana provoca un doppio effetto: tende ad orientare in senso critico l'atteggiamento del fedele ed obbliga la chiesa ad operare una svolta radicale, a modificare la sua struttura e la sua condotta. Il nuovo atteggiamento dell'uomo, non più contemplatore e fruitore acritico di verità assolute, ormai drammaticamente proteso verso la ricerca della verità, pone le basi su cui si svilupperà la riflessione culturale della società moderna.

Anche nell'arte la contemplazione e la rappresentazione lasciano il posto alla ricerca inquieta, all'introspezione, alla definizione del ruolo dell'uomo nel suo rapporto col mondo e con Dio. L'arte a questo punto si afferma come un potente metodo di ricerca; l'atto creativo si esplica in un processo che ha un valore intrinseco, non è più solo una fase della rappresentazione.

Giorgio Vasari vede nell'arte del cinquecento due fasi ben distinte. La prima "classica", che giunge al culmine, al suo massimo valore con Michelangelo. La seconda dominata da artisti che non potendo eguagliare il maestro ne ripetono la "maniera", spostando così la riflessione dalla natura all'arte stessa. Vasari dà un'accezione negativa al fenomeno, considerando la seconda metà del secolo come una fase decadente. In realtà la liberazione dell'arte da un ruolo puramente narrativo e l'attenzione dell'artista al soggetto invece che all'oggetto ne fanno un'arte estremamente moderna.

L'analisi di Argan tenta di superare questa dicotomia tra classicismo e manierismo dimostrando che la modernità di quest'ultimo ha le sue basi proprio nell'opera dei grandi artisti della prima metà del cinquecento e soprattutto nelle soluzioni, diametralmente opposte, di Michelangelo e Raffaello al "problema del valore e della funzione dell'arte".

A Firenze la prima parte del secolo vede gli sforzi dei Medici di creare uno stato moderno, efficiente, forte politicamente e commercialmente. Tutte le forze sono chiamate a partecipare e l'arte diventa espressione, la più alta, dell'attività produttiva nella società. L'arte non deve più rappresentare, rivelare, esaltare ideali storici o mistici, deve dimostrare "il livello di preparazione tecnica di tutto un sistema produttivo" (Argan)

Risorse


documento (L' Apologia del tirannicidio di Lorenzino De' Medici: dalla teoria alla prassi politica. Francesca Russo. Università Suor Orsola Benincasa)
documento (Storie fiorentine di Benedetto Varchi (e-book completo gratuito))
Alarte: appunti di storia dell'arte
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