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Edgar Degas (1834 - 1917)
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Cultura borghese, figlio di un banchere napoletano, studio degli artisti classici, si sente un realista, amico di Manet che lo introduce al Cafè Guerbois, passione per le stampe giapponesi, amante di Mantegna, Raffaello, Botticelli e Veronese, primo punto di riferimento Ingres, ultimi anni di grande depressione, al suo funerale pochissime persone tra cui Monet, quasi cieco (muore il 27 settembre)
Non ama i paesaggi, conserva il plasticismo della forma, dipinge soggetti quotidiani e interni parigini, taglio fotografico della composizione, pittura in Atelier, la pittura è un processo di sintesi
(GdT) - L'educazione e la cultura di Degas sono tipicamente borghesi, il padre era un banchiere di origine napoletana che caldeggiò la sua carriera artistica dandogli grande sostegno. La sua formazione artistica è di tipo classico, con studi dei pittori italiani fatti sia al Louvre che nel nostro paese. Una formazione che renderà sempre molto personale la sua arte anche all'interno del gruppo impressionista (pur partecipando a sette delle otto mostre impressioniste ama definirsi "realista"), un'arte che non lo soddisfa mai del tutto e che cerca di affinare cercando di raggiungere "lo spirito e l'amore di Mantegna e la vivacità e il colorismo di Veronese". La sua pittura rimane, con queste premesse, sempre legata al disegno, alla forma, e alla pittura in Atelier, che aumenta la capacità di sintesi dell'artista, il quale tende, nello studio, a fissare sulla tela solo l'indispensabile della visione, e non il superfluo. Manet lo introdurrà al Cafè Guerbois e con lui condividerà la passione per le stampe giapponesi. Dopo il 1874, anno in cui muore il padre ed è costretto a vivere della sua pittura, il suoi soggetti sono particolarmente legati alla quotidianità. Sono di questo periodo le sue "ballerine"...
"amava il corpo come un'armonia materiale, come una bella architettura con in più il movimento" (Baudelaire)
(http://www.francescomorante.it/pag_3/304d.htm) - Edgar Degas (1834-1917) tra tutti i pittori impressionisti è quello che conserva la maggiore originalità e distanza dagli altri. I suoi quadri non propongono mai immagini di evanescente luminosità ma rimangono ancorati ad una solidità formale assente negli altri pittori. Ciò fu, probabilmente, originato dalla sua formazione giovanile che lo portava ad essere un pittore più borghese degli altri. Degas era infatti figlio di un banchiere e compì, a differenza di altri suoi amici, regolari studi classici. Viaggiò molto in Italia, suggestionato dalla pittura rinascimentale di Raffaello e Botticelli.
Nel 1862 realizzò il suo primo quadro che lo rese famoso: «La famiglia Bellelli». In esso raffigura la famiglia della sorella sposata ad un fiorentino di nome Bellelli. Nel quadro compaiono il marito, la moglie e due figlie. L’inedito taglio compositivo, insieme ad una precisa introspezione psicologica dei personaggi, ne fanno un’opera di un realismo e di una modernità che addirittura anticipa alcune delle successive conquiste di Edouard Manet.
Negli anni successivi iniziò ad uscire dal suo ambiente borghese per frequentare il Café Guerbois dove strinse amicizia con Manet e gli altri pittori che avrebbero formato il gruppo degli impressionisti. Fu tra i fondatori del gruppo e fu proprio egli ad organizzare la mostra presso il fotografo Nadar. E partecipò a tutte le otto successive mostre impressioniste, tranne quella del 1882.
Le sue differenze con gli altri impressionisti sono legate soprattutto alla costruzione disegnata e prospettica dei suoi quadri. Le forme non si dissolvono e non si confondono con la luce. Sono invece rese plastiche con la luce tonale e non con il chiaroscuro, e in questo segue la tecnica impressionista. Ciò che contraddistingue i suoi quadri sono sempre dei tagli prospettici molto arditi. Per questi scorci si è molto parlato dell’influenza delle stampe giapponesi, anche se appare evidente che i suoi quadri hanno una inquadratura tipicamente fotografica.
Tra i suoi soggetti preferiti ci sono le ballerine, (che costituiscono un tema del tutto personale), e le scene di teatro. Anche in questo, Degas coincide con l’impressionismo: la scelta poetica di dar immagine alla vita urbana, con i suoi riti e i suoi miti, a volte borghesi, a volte bohemiène.
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