artista |
Andrea del Sarto (1486 - 1531)
|
la riflessione dell'arte non è più la storia o la natura ma l'arte stessa e a Firenze questa nuova concezione raggiunge, nei primi anni del '500, la massima espressione. L'opera di Andrea del Sarto (maestro del Pontormo e del Rosso Fiorentino) è determinante per il seguente sviluppo dell'arte manierista. A differenza dei tre grandi artisti del suo tempo conserva all'arte il suo ruolo narrativo Nella sua pittura si possono distinguere tre livelli (Argan) il primo architettonico, raffaellesco, che mira alla creazione di una spazio visivo distinto da quello ambientale, dell'osservatore; il secondo scultoreo, michelangiolesco, in cui le ficure si animano di forza plastica; il terzo pittorico, leonardesco, in cui viene data la sensibilità luministica.
Figlio del sarto Agnolo di Francesco, è l'ultimo grande pittore classico a Firenze (1486-1530) prima dell'avvento del Manierismo. Allievo di Piero di Cosimo, influenzato da Leonardo da Vinci e da Raffaello, è un classicista per eccellenza. Disegnatore "senza errori" (scrive il Vasari), mescola il formalismo romano, la dolcezza dello sfumato leonardesco e la luminosità del colore veneto dimostrando così uno stato di ricerca e di "crisi" che volge al Manierismo. Non a caso nella sua bottega lavoreranno il Pontormo, il Rosso e Giorgio Vasari. Numerosi i suoi cicli di affreschi. Nel Chiostro dei Voti dell'Annunziata realizza scene della Vita di San Filippo Benizzi (1510) e, dopo due probabili viaggi a Roma, scene della Vita di Maria (1514 ca.) e la lunetta con la Madonna del Sacco (1525), una delle sue opere migliori. Notevole, nel Chiostro dello Scalzo, la sua grisaille con la vita di San Giovanni Battista (dal 1515). Nella villa medicea di Poggio a Caiano realizza un Tributo a Cesare ma fra le sue opere maggiori è certamente il Cenacolo di San Salvi (realizzato fra il 1520 e il '25 benchè il contratto sia del 1511), definito l'unica "Cena" che non sia stata annullata da quella di Leonardo. (da: http://www.mega.it/ita/gui/pers/andelsar.htm)
|