Tiziano, polittico Averoldi  
1522, Santi Nazzaro e Celso - Brescia
 Cinquecento 

 

Tiziano si serve della caratteristica divisione del polittico per rendere ancora meglio il messaggio emotivo globale attraverso la permanenza nella memoria di singole, autonome scene. L'annunciazione è rappresentata nei due riquadri con le figure separate dell'angelo e della Madonna, in basso i santi Nazzaro e Celso e, nel riquadro a destra San Sebastiano. Il concetto, espresso per framenti, viene acquisito per intero dall'osservatore coinvolto dal forte impatto emotivo. L'artista gli indica in flash simultanei le fasi di un atto, previsto nell'annunciazione, che attraverso il dolore (San Sebastiano) arriva alla sublimazione nella figura di Cristo la quale levita piena di luce in un paesaggio quasi tenebroso. L'assetto iconografico della resurrezione è del tutto nuovo: manca il sarcofago e le guardie, solitamente addormentate, qui guardano stupefatte il Cristo librarsi nell'aria. Il punto di massimo dolore è la figura eroica di San Sebastiano, trafitta da una sola freccia quindi nell'attimo più intenso in cui il dolore si attua. I muscoli della figura sono tesi in un ultimo atto di ribellione interrotto dalla freccia che va dritta al cuore e fa accasciare il corpo il cui peso grava ormai sul braccio inerme legato al ramo.

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