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Leonardo da Vinci, la Vergine delle rocce
1485, Louvre - Parigi
Cinquecento
1483 - 1485 Le figure sono davanti a una specie di grotta naturale che riceve luce dall’alto e dal fondo e, contro ogni consuetudine, sono disposte in croce. Argan vede in questo un collegamento con l’opera di Bramante a Santa Maria presso San Satiro e a quella delle Grazie. Giovanni Battista, inginocchiato vicino alla Madonna, riceve la benedizione da Gesù. Nella grotta si addensa un’atmosfera umida in cui i dettagli sono resi con un’attenzione quasi fiamminga. La caverna era un tema che affascinava Leonardo; probabilmente era per lui il simbolo di un passato geologico che ha voluto mettere in relazione con la nascita di Cristo. L’apertura risultante dal cedimento delle rocce fa filtrare simbolicamente la luce. Molte però sono le domande senza risposta ad una osservazione attenta dell’opera. I gesti dei personaggi sono ancora incomprensibili, sono stati riproposti nella versione ora a Cheramy in Svizzera ma non in quella ora del National Gallery (vi sono quindi tre versioni dell’opera). Il corpo della Madonna poi appare incredibilmente sproporzionato. Troppo gracile il tronco, lunghissimo il braccio destro, inquietante la mano sinistra. Sono di certo soluzioni volute dall’artista che lavora alla tavola molto più del previsto (la consegna era prevista per l'8 dicembre 1483, festa dell'Immacolata Concezione ma avvenne forse due anni dopo) sconvolgendo anche il soggetto imposto dalla committenza. Conoscendo l’abilità di Leonardo nel celare la verità nell’apparenza, come nelle sue serate alla corte di Ludovico il Moro in cui inventava deliziosi indovinelli, è probabile che i significati nascosti di quest’opera siano ancora da svelare. (Al) |
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