artista |
Goustave Courbet (1819 - 1877)
|
La situazione politica in Francia, come in tutta Europa, è particolarmente tesa. Si passa dalla Seconda Repubblica a un periodo di restaurazione con momenti di grande dramma. L'artista è chiamato in questo periodo a dare una risposta alle nuove problematiche sociali, non può più infatti rifugiarsi nel rassicurante mondo classico o nello storicismo romantico. I movimenti realisti nascono così per la necessità di documentare gli accadimenti quotidiani, per quelli che sono, senza caricarli di significati mitici o retorici. L'artista deve quindi documentare la realtà che lo circonda senza alcun condizionamento soggettivo. Il maggior pittore realista francese è Courbet. Nacque a Ornans, nella Giura, una regione agricola della Francia, che lascerà tracce in molti dei suoi dipinti. Si forma nella tradizione romantica, studiando con attenzione Rembrandt e Caravaggio. Giunto a Parigi si pose subito in maniera critica nei confronti del sistema istituzionale dell’arte e favorì la creazione di mostre alternative al «Salon», aprendo anche, nel 1862, una sua scuola in cui, ai suoi pochi allievi, insegna in realtà che non ci possono essere scuole ma solo pittori. Non impartiva quindi nessuna lezine teorica ma preferiva tenere gli allievi affianco mentre dipingeva adottando il motto: Fai quello che vedi e senti quello che vuoi
La sua presenza attiva nella vita sociale e politica, in particolare con la partecipazione alla Comune, nel 1871, in cui viene nominato dellegato alle Belle Arti, lo costringerà all'esilio dopo essere stato condannato per aver fatto abbattere la monumentale Colonna Vendome. Malgrado l'impegno politico la sua pittura non è, come in Delacroix, orientata, o condizionata dal fattore politico, è invece una esposizione lucida ed oggettiva della realtà. Se le poetiche romantiche davano massima importanza al soggetto nel suo significato drammatico o simbolico, per Courbet la forza della pittura sta nella pittura stessa. Questo apre nuove possibilità espressive anche nella scelta di soggetti diversi, tratti dalla vita comune.
Sintetizzano il pensiero di Courbet sull’arte queste sue affermazioni: "Ho studiato l’arte degli antichi e quella dei moderni. Non ho voluto né imitare gli uni, né copiare gli altri. Ho voluto essere capace di rappresentare i costumi, le idee, l’aspetto della mia epoca secondo il mio modo di vedere; fare dell’arte viva, questo è il mio scopo".
Fondamentali, nella formazione culturale di Courbet, furono il poeta Baudelaire e il filosofo anarchico Proudhon. Ma non meno importanti, nella sua formazione di artista, risultarono gli studi effettuati sui pittori olandesi del Seicento, tra cui Rembrandt, la cui «Ronda di notte» è uno dei precedenti più significativi per il taglio compositivo dei quadri di Courbet.
La sua pittura suscitò notevole scandalo tanto che le sue opere furono sempre rifiutate dai Salon. Egli, polemicamente, nel 1855 le espose in una capanna precaria che chiamò «Il padiglione del realismo».
|