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Nan Goldin (1953 - )
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Nata a Washington, D.C. nel 1953, Nan Goldin è cresciuta a Boston, dove ha frequentato la School of the Musem of Fine Arts. Vive a New York dal 1978. Fino dall'età di diciotto anni Nan Goldin ha usato la fotografia come diario visivo della propria vita e di quella della estesa famiglia di amici ed amanti con i quali ha diviso le proprie esperienze. L'artista ha detto che considera la macchina fotografica come un'estensione del proprio braccio, alludendo alla totale continuità che lega la sua arte al suo intenso vivere. Le sue immagini, dai primi suggestivi ritratti in bianco e nero, alle intense fotografie a colori di amici ripresi nell'intimità delle loro camere da letto, raccontano, attraverso una sorta di sguardo dall'interno, la vita irregolare ed appassionata di chi ha scelto un'esistenza fuori dalle regole. Eccessi dell'alcool, della droga, dell'amore e del sesso, ma anche scene di una disarmante domestica intimità si alternano nelle immagini di Goldin. Dagli anni Settanta, l'artista ha presentato alcune delle sue immagini in uno show in forma di proiezione di centinaia di diapositive accompagnata da colonna sonora intitolato The Ballad of Sexual Dependency (La Ballata della dipendenza sessuale). Pubblicato poi come libro nel 1986, The Ballad è il racconto in varie versioni, della dirompente, talora distruttiva, potenza dei legami che uniscono, al di là della morte e del genere sessuale, gli esseri umani. La violenta irruzione dell'AIDS, che ha sconfitto molti degli anti-eroi protagonisti delle fotografie dell'artista, ha acuito il senso di perdita che caratterizza numerose sue immagini. Negli ultimi anni, Goldin ha rivolto il proprio occhio ad altre culture alternative o "irregolari", come il mondo della prostituzione nelle Filippine o i giovani protagonisti della ventata di liberazione sessuale in Giappone forse ricercando, in senso lato, i perduti compagni di strada. Tra le recenti immagini dell'artista, ci sono anche molte fotografie di bambini, solari testimoni della ritrovata voglia dell'artista di vivere intensamente, ma lontano dalla pressoché suicida avidità degli anni passati.
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