artista |
Andrea Palladio (1508 - 1580)
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Andrea di Pietro della Gondola, nacque a Padova il 30 novembre 1508. Figlio non di un povero mugnaio ma di un imprenditore (che costruiva e affittava mulini) con buone risorse e ottime relazioni sociali, passò la maggior parte della vita a Vicenza.
La carriera di Palladio inizia in qualità di direttore esecutivo di palazzo Thiene, un importante progetto commissionato dalla potente famiglia a Giulio Romano, con cui è stato sicuramente a diretto contatto. La sua cultura architettonica è centrata sullo studio dell'architettura classica. Compie infatti alcuni viaggi a Roma dove studia l'architettura antica e Bramante, di cui disegna anche il tempietto di San Pietro in Montorio per uno dei suoi quattro libri pubblicati nel 1570 che chiariscono le sue posizioni: bisogna accostarsi al mondo antico con atteggiamento analitico, confrontando "il dato oggettivo delle rovine e le fonti letterarie, Vitruvio..." (Argan).
C'e da dire che al periodo dei suoi viaggi romani le costruzioni contemporanee versavano in pessime condizioni e la fabbrica di San Pietro era ancora un cantiere, eppure i progetti di Raffaello e Bramante indicavano a Palladio il
nuovo modo di utilizzare gli elementi del linguaggio classico coniugando la perfezione estetica alla precisa funzionalità delle opere. Questo rapporto di perfetto equilibrio tra forma e funzione diventò per Palladio un "metodo" che assunse un preciso significato etico e che lo portò a fissare delle tipologie di edificio che rispondessero a precise esigenze formali e funzionali.
I diversi palazzi cittadini realizzati a Vicenza non ostentano fasto o potenza. Il loro elemento essenziale è la facciata la cui logica compositiva sembra rispondere perfettamente alla difficoltà di percezione che ha l'osservatore nelle strette vie cittadine. Palladio concentra
l'attenzione al secondo ordine mentre il primo, realizzato con un bugnato rustico particolarmente aspro, diventa un basamento su cui si impostano mezzecolonne o lesene che inquadrano finestre con timpano nell'ordine superiore. La veduta prospettica dal basso, la stessa preferita da Veronese, comprimendo lo spazio spinge Palladio ad usare spesso un solo, enorme, ordine di colonne che si proietta in alto catturando la luminosità del cielo.
La villa si inserisce in un altro contesto spaziale. Se il palazzo cittadino, rispetto alla strada non è altro che una facciata, la villa è in rapporto col paesaggio e viene concepita come un nucleo monumentale classico, che si dilata nella natura con elementi più semplici e disadorni
puramente funzionali. L'evocazione del tempio antico è chiara nella villa ma più sottile nelle chiese che costruisce a Venezia.
Se fosse stato realizzato il progetto originale della facciata di San Giorgio, avremmo però compreso come il tema classico andasse per Palladio ben oltre il fattore simbolico: la facciata doveva essere costituita da un vero e proprio pronao ispirato forse a quello che Michelangelo immaginava per la sua San
Pietro. (A.L.)
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